Televisore a transistor, bianco e nero, portatile, 11 pollici - Museo scienza tecnologia Milano 09703.jpg
Författare/Upphovsman:
Brionvega S.a.S. (costruttore/ produttore)
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Licens: CC BY-SA 4.0
Apparecchio in materiale plastico ABS color panna con profili arrotondati e smussati. Il cinescopio da 11 pollici con deflessione a 90°, è inclinato per consentire una visione facilitata. La scocca è arrotondata e con bordi smussati. Nella parte superiore si trovano i comandi d'uso per l'accensione, la regolazione di volume luminosità e contrasto, la selezione dei canali VHF e UHF preselezionati. Nella parte superiore si ha anche una maniglia estraibile in metallo. Sul retro del televisore si hanno le prese per il collegamento alla rete elettrica, alla batteria interna ricaricabile, ai canali VHF e UHF, per un altoparlante esterno, il selettore per antenna interna o esterna (300 Ohm). Il circuito interno di funzionamento comprende 20 diodi a cristallo, 30 transitor, 3 raddrizzatori al Selenio. I principali componenti del circuito sono sistemati nella parte bassa per facilitare le riparazioni e la manutenzione. Sempre all'interno si trova l'altoparlante ellittico. Ci sono due antenne, una incorporata a stilo per VHF e una a dipolo per UHF.
- Funzione
Apparecchio che riceve le immagini e i suoni trasmessi mediante il sistema della televisione (programmi televisivi). Visione in bianco e nero Preselezione di 8 canali VHF e UHF.
- Modalità d'uso
Si accende il televisore agendo sull'apposito selettore. Si sceglie il canale desiderato. Si orienta l'antenna per visualizzare al meglio le immagini in bianco e nero sullo schermo Il cinescopio del televisore è un tubo a raggi catodici che ha la funzione di trasformare i segnali elettrici provenienti da una sorgente in energia visibile. Il segnale utile che controlla l'intensità del raggio elettronico, viene collegato, tra griglia e catodo, a due dispositivi che permettono di focalizzare il raggio elettronico su uno schermo e deviano il fascio in maniera periodica nelle direzioni orizzontale e verticale, consentendo la scansione sincronizzata dell'immagine.
- Notizie storico-critiche
La nascita dei televisori come elettrodomestici risale alla metà degli anni '30 negli Stati Uniti. I primi televisori, dotati di grossi tubi catodici sistemati in verticale, erano costituiti da mobili in legno con uno specchio obliquo posizionato nella parte alta che rifletteva l'immagine proveniente dal tubo catodico. Successivamente il tubo catodico venne posizionato in orizzontale e la visione avveniva direttamente sul video posto nella faccia anteriore del mobile. Questa nuova visione facilitò la visione collettiva e la diffusione della televisione come strumento di svago In Italia la televisione arrivò dopo la Seconda Guerra Mondiale. Le forze riformiste, escluse dal governo e dalla politica, erano alla ricerca di formule operative in grado di riconciliare cultura e realtà. Tutto rifletteva il desiderio di ristabilire un rapporto conoscitivo attivo tra classe intellettuale e masse. Nel frattempo, la ripresa economica vide la crescente richiesta di oggetti che fossero simbolo di modernità e ricchezza. Il design si concentrò sul rinnovamento delle "forme dell'abitare" come simbolo del cambiamento profondo della società. La produzione di massa di prodotti di arredo innovativi sembrava un'occasione per superare le strozzature della cultura del paese e il suo livello di arretratezza. Televisori, frigoriferi, lavatrici divennero beni di consumo molto richiesti Il design del tempo era interessato alla riduzione a forme semplici ma dinamiche, all'identificazione della struttura come segno portante dell'oggetto. Un modo di operare ancora architettonico, che affrontava il progetto di design come parte terminale di un progetto più ampio per arrivare, attraverso l'architettura, all'oggetto e all'utensile. Le linee aerodinamiche, la simmetria, la riduzione delle forme, l'impiego di materiali poveri e facilmente reperibili, l'adozione di tecnologie elementari, entrarono a far parte del codice stilistico dei designer e dell'industria italiana In particolare, per i televisori, questo corrispose ad una ricerca di maggiore compattezza e di nuovi materiali. Le materie plastiche divengono scelta privilegiata dei designer per le loro qualità tattili, di infrangibilità, possibilità di colori, serialità. Saranno gli anni '60, con l'avvento del transistor, a rendere possibile la produzione di televisori più piccoli ed economici. Il primo modello di televisore a transitor fu della Sony nel 1959. Il primo televisore a transitor in Europa si ebbe nel 1962 su progetto di Marco Zanuso e Richard Sapper per la Brionvega, era il Doney 14, vincitore del Compasso d'Oro. Rivoluzionario nell'aspetto e nei materiali ma anche nella componentistica interna, suddivisa in blocchi a seconda delle funzioni per facilitarne lo smontaggio e le riparazioni Sempre Zanuso e Sapper firmano nel 1964 il modello Algol 11" il rpimo con cinescopio rettangolare da 11 pollici, con la sua caratteristica forma con lo schermo inclinato. Il prezzo originale nel 1965-67, escluse le batterie, era di L. 158.000. La crisi degli anni '70 si fece sentire anche nel settore dell'elettronica di consumo e la concorrenza delle industrie giapponesi aumentò le difficoltà dell'industria italiana. In parte anche i mutamenti culturali prodotti dalla Pop Art e il conflitto generazionale di quegli anni, accantonarono le idee sul "bel design". Nel 1973 venne introdotta la televisione a colori in Italia, quando finalmente gli enti pubblici decisero se utilizzare come standard televisivo a colori il sistema PAL (sviluppato in Germania) o il sistema SECAM (sviluppato in Francia), adottando il primo Nella seconda metà degli anni '70 si ebbe un altro passo avanti sia nel modo di rapportarsi con la TV a causa della nascita del telecomando, sia per questioni tecniche grazie all'avvento della microelettronica. Le diminuite dimensioni dei componenti permisero nuove forme, dimensioni e ricerche estetiche. Nuovi materiali come il polistirene permisero nuove forme squadrate, di colori scuri. Nascono anche i primi televisori ad alta definizione e realizzati con attenzione all'alta qualità del suono. La Brionvega fu tra le aziende italiane più all'avanguardia in questi anni, ne è un esempio il TVC 26" progettato da Mario Bellini Altro designer molto importante che si dedicò, negli anni '70 ed '80, alla ricerca di nuove forme di design applicate ai televisori fu Ettore Sottsass Una nuova rivoluzione tecnologica del settore dei televisori è stata l'avvento degli schermi a cristalli liquidi che hanno consentito una riduzione dei volumi (schermi piatti, senza tubo catodico) seppure la nuova tendenza di mercato vada verso l'uso di maxischermi e non più di televisori in miniatura La nuova frontiera del mercato dei televisori è l'alta definizione HDTV (High Definition TeleVision) con rapporto d'aspetto 16:9 e vari formati. Un altro tipo di fruizione è la visione digitale attraverso i personal computer.